lunedì 4 aprile 2011

Lasciarsi.

Io sono un relativista: però so che esistono modi giusti e modi sbagliati per fare le cose, definiti tali in relazione a come riescono a conseguire il risultato prefisso.
Più estesamente, esistono persone buone e persone cattive, e queste ultime impiegano di preferenza i modi che ho sopra definito sbagliati. Si obietterà che la cattiveria può anche rappresentare una virtù, nel mio universo relativista; ma le persone più cattive che ho conosciuto spesso non avevano altro talento che una peculiare limitatezza d'orizzonti: non richiede alcuna abilità danneggiare il prossimo, quando non si sia in grado di considerarlo in tutta la sua umanità, ma solo come un'appendice delle proprie esigenze.
Detto in parole povere, perché tutti possano capirmi: la mia tesi è che le persone cattive siano stupide.

Sono cattivo a pubblicare questo fumetto?
Me lo chiedo, sforzandomi di non considerare il fatto che lo leggeranno in cinque; perché la cattiveria prescinde dall'eco delle proprie azioni, altrimenti un assassinio senza testimoni sarebbe un gesto incolpevole.
Può darsi che io mi prefigga l'obiettivo di ottenere minacce e ritorsioni, magari sotto forma di segnalazioni od intrusioni nei miei account privati; nel qual caso non mi si potrebbe accusare di cattiveria (al massimo di megalomania), ma occorrerebbe riconoscere che mi sono comportato piuttosto bene.

D'altra parte, rimane il legittimo dubbio che io abbia raccontato una vicenda di fantasia; e che nessuno dei personaggi qui citati sia mai esistito.
Incluso, naturalmente, mio nonno.





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